Cerca nel blog

martedì 25 settembre 2012

Banalmente

Ecco alcune delle cose che ho imparato nella vita:

-Che non importa quanto sia buona una persona, ogni tanto ti ferirà.
E per questo, bisognerà che tu la perdoni.
-Che ci vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per
distruggerla.
-Che non dobbiamo cambiare amici, se comprendiamo che gli amici cambiano.
-Che le circostanze e l'ambiente hanno influenza su di noi, ma noi siamo
responsabili di noi stessi.
-Che, o sarai tu a controllare i tuoi atti,o essi controlleranno te.
-Ho imparato che gli eroi sono persone che hanno fatto ciò che era
necessario fare, affrontandone le conseguenze.
-Che la pazienza richiede molta pratica.
-Che ci sono persone che ci amano, ma che semplicemente non sanno come
dimostrarlo.
-Che a volte, la persona che tu pensi ti sferrerà il colpo mortale quando
cadrai,è invece una di quelle poche che ti aiuteranno a rialzarti.
-Che solo perché qualcuno non ti ama come tu vorresti, non significa che
non ti ami con tutto se stesso.
-Che non si deve mai dire a un bambino che i sogni sono
sciocchezze:sarebbe una tragedia se lo credesse.
-Che non sempre è sufficiente essere perdonato da qualcuno. Nella maggior
parte dei casi sei tu a dover perdonare te stesso.
-Che non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non
si ferma, aspettando che tu lo ripari.
-Forse Dio vuole che incontriamo un po' di gente sbagliata prima di
incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontriamo, sapremo
come essere riconoscenti per quel regalo.
-Quando la porta della felicità si chiude, un'altra si apre, ma tante
volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è
stata aperta per noi.
-La miglior specie d'amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un
portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti
che è come se fosse stata la miglior conversazione mai avuta.
-È vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche
vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi.
-Ci vuole solo un minuto per offendere qualcuno, un'ora per piacergli, e un
giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo.
-Non cercare le apparenze, possono ingannare.
-Non cercare la salute, anche quella può affievolirsi.
-Cerca qualcuno che ti faccia sorridere perché ci vuole solo un sorriso
per far sembrare brillante una giornataccia.
-Trova quello che fa sorridere il tuo cuore.
-Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che
vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero!
-Sogna ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai
solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare.
-Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a
sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano,
speranza sufficiente a renderti felice.
-Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente
anche loro si sentono così.
-Le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni
cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.
-L'amore comincia con un sorriso, cresce con un bacio e finisce con un the.
-Il miglior futuro è basato sul passato dimenticato, non puoi andare bene
nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e tuoi
dolori.
-Quando sei nato, stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano.
Vivi la tua vita in modo che quando morirai, tu sia l'unico che sorride
e ognuno intorno a te piange.

venerdì 21 settembre 2012

Steinbeck, sull'amore

New York

10 novembre 1958

Caro Thom,

abbiamo ricevuto la tua lettera questa mattina. Ti risponderò dal mio punto di vista, e ovviamente Eleine risponderà dal suo.
Primo — se sei innamorato — è una bella cosa — praticamente la cosa migliore che ti possa capitare. Non permettere a nessuno di sottovalutarla o sminuirla.
Secondo – ci sono molti tipi d’amore. Il primo è quella cosa egoistica, cattiva, rapace e narcisistica che sfrutta l’amore per darsi importanza. Questo è il tipo d’amore brutto e debilitante. L’altro tipo è una sorgente da cui sgorga tutto quello che di bello c’è in te — gentilezza, considerazione, rispetto — non solo il rispetto delle buone maniere, ma il rispetto vero, che è il riconoscere un’altra persona come una cosa unica e preziosa. Il primo tipo ti fa stare male, ti rende piccolo e debole, ma il secondo sprigiona dentro di te forza, coraggio, bontà e perfino una saggezza che non pensavi di avere.
Dici che non è solo una cotta. Se è così profonda, certo che non è solo una cotta.
Ma non credo che mi stessi chiedendo cosa provi. Lo sai tu meglio di chiunque altro. Quello per cui volevi ti aiutassi è il da farsi — e a questo proposito posso darti una mano.
Per prima cosa cerca di viverlo con gioia, di essere orgoglioso e felice di questo amore. L’oggetto dell’amore è la cosa più bella che ci sia, la migliore. Prova a comportarti di conseguenza.
Se sei innamorato — dirlo non può fare male a nessuno — devi solo ricordare che alcune persone sono timide, e a volte nel dirlo bisogna tenere conto di questa timidezza.
Le ragazze sanno capire e sentire quello che provi, ma in genere vogliono anche sentirselo dire.
A volte capita che quello che provi non sia ricambiato per una ragione o un’altra — il che non rende il tuo sentimento meno sincero o bello.
Per finire, so cosa provi perché provo la stessa cosa anche io, e sono felice per te.
Non vediamo l’ora di conoscere Susan. Sarà la benvenuta a casa. Ma di queste cose si occuperà Elaine perché è il suo territorio, e ne sarà felicissima. Anche lei conosce l’amore, e forse può aiutarti anche più di me.

E non avere paura di perdere. Se deve succedere, succede — la cosa più importante è non avere fretta. Le cose belle non scappano.

Baci

Pa

La lettera viene dall’epistolario di Steinbeck.

Oh Captain, Shadow Captain



Oh, captain, what are we hiding from?
You've been hiding from the start.
Did some lover steal your heart,
Or did the full moon make you mad?

Oh, captain, why these speechless seas
That never seem to land?
Oh I need to understand.
Could a little light be that bad?

I can see your hands are roughened
By the wheel and the rope.
I'd like to look to you for hope,
I think it's hiding there.
This boat is blacked out like a city
Awaiting bombers in the night.
Oh you hold your helm so tight,
And yet the sky seems so fair.

Who guides this ship
Dreaming through the seas
Turning and searching,
Whichever way you please?
Speak to me,
I need to see your face,
Shadowy captain, in a darkened space.

If I were to spy a city
Floating just above the sea,
Could we stop
And look for me
Among those playing on the pier?

Or would you turn away knowing,
It was still a ways away,
And if I was there today you could not see me all that clear.

Shadowy captain of a charcoal ship,
Trying to give the light the slip.


giovedì 20 settembre 2012

Quit Therapy #1








I will want to remember this. This day. This.

Mi isolo mi isolo mi isolo
adesso è questo che faccio meglio
non va bene ma lo faccio bene
scappo
per cosa
da cosa
io lo so
Non scappare
resta
con le mani tremanti
e lo stomaco a rovescio
resta
anche se fa male
anche se fa schifo
anche se non cambia niente
resta
combatti
cristo, combatti
arrabbiati
rispondi
balla
canta
fai la giravolta
fai la cacca
bevi
nuota
non mi interessa
resta
rimani
torna
non andare
forse il problema è che non vado mai da nessuna parte
affronta lo schifo
poi esci dall'altra parte
affronta la nausea
poi finisce
com'è arrivata
finisce
e se non finisse?
tienimi la mano
anzi
no
guardami negli occhi
costringimi a guardarti negli occhi
finchè non passa
finchè non è tutto un balenio verde marrone blu
fammi perdere in qualcosa che non sono io
rimani
rimani
rimani
rimani
vuoi che qualcuno ti voglia?
abbi il coraggio di volere anche tu
mi batte il cuore
ora esplode
stammi vicino
non siamo isole
resta con me
mi batte forte il cuore
sono io
sei tu
è questo
mondo
strano
e la paura che ho
grande
troppo grande
e poi torna piccola
sta in un guscio di noce
sparisce
sparisci anche tu
lanciamo il guscio di noce lontano
vattene
andiamocene
vattene
lasciami
lasciami stare
da sola
sono un'isola
mi isolo
diventerò più brava
anche se non voglio
comprimo il dolore nel guscio di noce
finchè non sparisce
per sempre
anche quello
nel mare
niente paura
niente paura
la vida es un carnaval
e ho paura a svegliarmi la mattina
perchè
io lo so
ho paura di soffrire un altro giorno
ma è così
accettalo
è così
si soffre
ma a volte anche no
a volte è bello
solo che non me lo ricordo
a volte è bello
ridiamo
ridi
rimani
per favore
rimani


E se questa volta tu rimanessi?
Almeno inventati un addio
Fingiamo che ci sia stato un addio

martedì 11 settembre 2012

Rivoglio la poesia.
Come quando avevo dieci anni e attaccavo volantini ambientalisti sui cartelli dei lavori in corso mentre segavano il mio albero. Come quando pomiciare nel giardino della Bianca Siliani era un'avventura. Come quando andare in campeggio nel bosco era una prova di coraggio. Come quando si accendeva il Bivacco e si cantava commossi l'ultima canzone prima di dormire. Come quando scrivevo lettere d'amore lunghe otto pagine e le lanciavo in faccia al mio amore del liceo senza guardarmi indietro. Come quando si occupava a scuola e si dormiva in palestra con rimasugli di pasti a base di birra e patatine sui tappeti del salto in alto. Come quando si suonava la canzone del sole a ripetizione perchè era l'unica che sapevamo tutti. Come quando urlare in un megafono ti dava la sensazione di star facendo qualcosa di importante. Come quando "1000 per la questura, 5000 per gli studenti". Come quando c'erano le regole per le feste, che dovevano finire entro mezzanotte perchè da mezzanotte a mezzanotte e mezza si faceva mezzo litro di caffè e si ripuliva l'alcol, il cibo e gli sbronzi. Come il mio primo bacio in corridoio a scuola, con la professoressa Boschi che mi guardava da dietro gli occhiali spessi. Come il mare d'inverno. Come la stufa a legna in camera e otto piumini sul letto. Come Vincenzo che dorme in mutande sul divano. Come quando correvo in bicicletta sotto la pioggia come gli eroi. Come quando uscivo di casa sbattendo la porta perchè non mi piaceva l'atteggiamento di mio padre. Come quando si passavano serate a cercare angoli bui dove sfiorarsi. Come atti osceni in luogo pubblico. Come i triangoli di ponte santa trinita coi vigili. Come le nevicate a febbraio.
Come i pianti convulsi sulla spalla di un amico. Come le fughe e i treni e le gite fuori porta. Come i kebab di capodanno. Come Parigi 2009. Come una tenda per due, stretta e bollente sotto il sole. Come la corsica e le mucche sulla spiaggia. Come quando le figurine costavano duecentolire. Come quando la paura più grande era il dentista e la vergogna più grande erano gli occhiali. Come quando ci inventavamo lingue straniere per non farci capire dagli altri. Come quando non c'è bisogno nemmeno di parlare per capirsi. Come quando l'amore è disperato ma allo stesso tempo continua a sperare. Come quando mandavo i fiori a casa di Leo per tirarlo su di morale. Come quando una canzone diventava simbolo del cambiamento, del periodo, di un sentimento. Come quando un sogno era la mia bussola. Come quando nulla era più importante di un ideale forte. Come quando scrivevo per raccontare e non per lamentarmi. Come quando si diceva che saremmo andate nelle Filippine l'estate dei nostri 18 anni. Come quando c'erano i club esclusivi con test d'ingresso. Come quando non era un grosso problema innamorarsi ogni giorno. Come quando bastava piangere cinque minuti per sentirsi meglio. Come quando andare al cinema era imbrocco sicuro. Come quando leggere un libro era poetico. Come una cuffia per uno. Come cantare in motorino sulla strada per Arcetri. Come Bellosguardo. Come mani sfiorate sotto una coperta e baci avvolgenti quando nessuno guarda.
Come avere vent'anni. Rivoglio la poesia, perchè senza non c'è gusto, non c'è significato, non c'è emozione, non c'è intensità, non c'è importanza.

venerdì 7 settembre 2012

Walking the dog

So. I'm walking the dog. 7th September. Dusk. 30 degrees, maybe.
My hair looks like crap. My eyes are black with makeup from last night. My t-shirt looks like it's been chewed by some kind of animal. Maddening headache.
I'm thinking. Maybe all the times I've been in so much pain (sentimentally speaking) was because I haven't been keeping in mind the most important thing anyone could teach you about relationships: be honest with yourself, and before you throw some 100 pounds ball (say, saying "I love you") in someone's way, be damn sure they can handle it.
Because if they can't, you are setting yourself up for disaster.
Well, maybe not.
Maybe if you are honest with yourself you can throw the said ball in their way in order to get rid of those 100 pounds of feelings, to set yourself free, to move on. But be sure to do whatever it is you are planning to do only for yourself in the first place. And then, you can think about his/her reaction and his/her feelings. When it comes to a choice, always do what's best for you, and be sure to remember that this, and only this, is what should lead you anywhere.
I think my dog agrees with me. She always does what's best for her, in terms of when/where to sleep or play or eat. She has decent priorities. I have fucked up priorities. Ironically, I need to learn from her how to really take care and look out for myself, placing myself before everything else.
This is definitely something I am not used to.



Picking up the glittering parcels
Picking up the glittering parcels
Crashing and Crashing Crashing and Crashing
Picking up the glittering parcels
Picking up the glittering parcels
Crashing and Crashing

Shouldn't do it Shouldn't do it
Shouldn't do it Shouldn't do it
But I never had the patience for the lour of the West
Never had the patience for the lour of the West

The look of love is a twenty-twenty vision converter
The look of love is a stone cold sucker's illusion God,
you are magic God, you are magic
So damn cold, the gold of El Dorado is cracking
So damn cold, it's come the anti-ageing is ageing.

The frost and the fire The frost and the fire
The fire and the frost The fire and the frost
It's not the man It's not the man It's not the man it's the sun.
And I never had the patience for the lour of the West
No I never had the patience for the lour of the West.

mercoledì 5 settembre 2012

Dalla parte dei desideri


"Non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua.
Io non è che volevo essere felice, questo no. Volevo... salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l'onestà, essere buoni, essere giusti. No. Sono i desideri che salvano. Sono l'unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai.
Però troppo tardi l'ho capito. Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. È lì che salta tutto, non c'è verso di scappare, più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci. Non se ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare. Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatta tanto di quel male che tu non puoi nemmeno immaginare."

Alessandro Baricco

Revelation reveals the truth - revelation.
(revolution, revolution, revolution - oooo-doo-doo-doo-doo)
(revolution - oooo-doo-doo-doo-doo)

It takes a revolution (revolution) to make a solution;
(doo-doo-doo-doo)
Too much confusion (aaa-aaah), so much frustration, eh!
I don't wanna live in the park (live in the park);
Can't trust no shadows after dark (shadows after dark), yeah-eh!
So, my friend, I wish that you could see,
Like a bird in the tree, the prisoners must be free, yeah! (free)

domenica 2 settembre 2012

cit.

Si è di fronte al vuoto, e tutt’a un tratto bisogna buttarsi. Tutt’a un tratto bisogna rifiutare di rinunciare. E poi… poi bisogna lanciarsi. Ho fatto tredici lanci e tredici volte mi sono lanciato. Tredici volte ho avuto voglia di rinunciare, ho avuto voglia di dirmi: «Bene, non fa niente, dopotutto, se adesso rifiuto, tanto ho il brevetto, non ha nessuna importanza, posso farmi vedere fifone». Non era esattamente questo… Credo che, se una sola volta ho avuto l’intuizione, ho avuto la sensazione di essere… diciamo: coraggioso – ma non nel senso banale, nel senso in cui si intende, nel senso del superamento continuo… era di fare questo atto assolutamente gratuito, di buttarsi nel vuoto da quattrocento metri. Ebbene, bisognava nonostante tutto lanciarsi, perché se non lo avessi fatto, non credo che potrei essere qui stasera. Bisognava ad ogni costo che mi lanciassi nel vuoto, e che ad ogni costo accettassi quella difficoltà che adesso paragono alle difficoltà dei giorni a venire, che paragono alla situazione… forse perchè sono un intellettuale, perché sono portato a fare paragoni sempre un po’ particolari… Bisognava assolutamente lanciarsi. Non era possibile fare altrimenti. Era necessario saltare, necessario buttarsi per essere convinti che tutto ciò forse poteva avere un senso, poteva avere ripercussioni che perfino noi stessi ignoravamo. Su un piano del tutto individuale, per me, ciò ha avuto risonanze assolutamente incontestabili.

Georges Perec

Trallallà



Soffirò,
morirò,
ma intanto
sole vento vino trallallà

Miša Sapego


sabato 1 settembre 2012


Not as depressed as it sounds.

Wind has burned your skin
The lovely air so thin
The salty water's underneath your feet
No one's gone in vain
Here is where you'll stay
'Cause life has been insane but
Today has been ok