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giovedì 30 aprile 2015

Faith

Andare a esplorare i luoghi dove ancora c'è la fede, dove credono che tutto sia possibile, dove la fame e la sete non tolgono il sorriso a nessuno, dove la gente tiene viva la magia.
C'è anche qui, sotto il nostro naso, la magia, ma è così difficile trovarla.

Vorrei fare un viaggio alla riscoperta della fede - non religiosa, ma la Fede universale, quella del cuore, quella della poesia, dell'energia. Ne avrei un bisogno assoluto.
Ma non credo di essere pronta ancora, per tutto ciò che comporta.
Intanto preparo il terreno dentro di me. Se mi riesce.

Ieri ho parlato con un ragazzo Nepalese.
Gli ho detto che mi dispiaceva tanto per il disastro che è successo nel suo paese.
Lui mi ha sorriso, ha sospirato e ha detto: "Che dobbiamo fare, è la Natura. Possiamo solo pregare.".
E tutti zitti. 



ph. Carlot-

venerdì 6 febbraio 2015

Oscillando

Si oscilla come giorni e notti, come vento e bonaccia, come beatitudine e fame terrena. Tutti i giorni, tutti i giorni, tutti i giorni fino alla fine del mondo.

(...)
Pilon marciava dunque felice, la prora puntata sulla casa di Danny. Andava, non troppo svelto, ma fermo, nella giusta direzione. Sotto ogni braccio portava un sacco di carta, e in ogni sacco c'era una fiasca d'un gallone di vino.
Imbruniva, era l'ora dolce in cui la sonnolenza del giorno è già finita, e la sera di piacevole conversazione non è cominciata ancora.
I pini si alzavano neri contro il cielo e ogni cosa appariva oscurata sulla terra; ma l'aere spplendeva di mesto splemdore come la memoria. I gabbiani volavano di ritorno ai loro nidi sulle scogliere dopo la visista quotidiana agli stabilimenti di pesce in scatola pei quali è ricca Monterey.
Pilon amava la bellezza. Levò la faccia al cielo, e l'anima gli uscì dal petto a perdersi nella luce del sole appena tramontato. Il non troppo perfetto Pilon, pasticcione, beone, attaccabrighe e bestemmiatore, continuava lentamente il suo cammino su per il colle ma un altro Pilon, spirituale, e alato, andò coi gabbiani e si inebriò di spazio. Bello era questo Pilon, senza macchia di egoismo e avidità nei suoi pensieri. Vale la pena di conoscere come pensava.
"Ecco" pensava "c'è il Padre Nostro nella sera. Gli uccelli volano attraverso la fronte sua. Ah, cari uccelli, gabbiani, come vi amo!
Le vostre ali lente mi toccano il cuore come la mano di un padrone affettuoso tocca la pancia del cane addormentato, come la mano di Cristo tocca il capo ai bambini. Volate cari uccelli e portate il mio cuore a Nostra Donna dei Sette Dolori."
Disse allora le parole piu tenere che conosceva: "Ave Maria, Gratia plena..."
Il piede di Pilon imperfetto si era , qui, fermato. Ma in verità il Pilon imperfetto aveva cessato diesistere per il momento. (Prendi nota, angelo registratore!) Non esisteva anima più pura dell'anima di Pilon in quel momento. Il malvagio mastino di Galvez si avvicinò alle gambe di Pilon, ma si limitò ad annusarle, se ne andò senza morderle.
Un'anima purificata, e insomma salvata di fresco, è indubbiamente un'anima in pericolo più di ogni altra, poichè tutto al mondo cospira contro di lei.
Dice Sant'Agostino: "Anche la paglia sotto le mie ginocchia grida per distrarmi dalla preghiera."
L'anima di PIlon non aveva modo di difendersi dai propri ricordi. Guardando gli uccelli egli si ricordò che la signora Pastano metteva alle volte anche uccelli di mare nei suoi tamales, e a questo ricordo si destò fame in lui, e la fame disolse a precipizio la sua anima dal cielo. Pilon ricominciò a camminare e di nuovo fu un misto di bene e male, e il malvagio mastino di Galvez attaccò a ringhiare, rimpiangendo di essersi lasciato scappare una così magnifica occasione di mordere le gambe a Pilon.


John Steinbeck, Pian della Tortilla


Forse torno a scivere qualcosa, forse no. Tutti i giorni si cambia idea.