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mercoledì 31 ottobre 2012

A.D.D. & Gravity (some Land Art)

Today i woke up feeling upside down. Perhaps it's because of the huge birthday dinner (mother's birthday, not mine) I had last night. Or maybe it's my head, feeling reversed. Feelings have changed tonight or in the last year, I don't know. I'm numb in the head and I'm hyper-sensitive in the feet. I'm a Gemini, if that means anything to you.
I was thinking of gravity. Is it OK not wanting to be chained to the ground, when the ground is the only thing keeping you from falling away in the skies? I think it is. I, for one, think it's worth the risk.
So.
Hell.
I'll show you how I'm feeling today, since I'm not able to write it down.
There's a song. And some pictures. They might as well be me, today.



Sail with me into the dark
Sail!
Sail with me into the dark
Sail!
Sail with me into the dark
Sail!
Sail with me, sail with me
Sail!






Pictures of Land Art by Cornelia Konrads.







domenica 28 ottobre 2012

Kitchen

Recentemente ho letto "Kitchen" di Banana Yoshimoto.

Sono riuscita a passare oltre la diffidenza che suscitava in me un'autrice che si soprannomina "Banana", e il cui unico libro avessi mai visto in giro era "Delfini", edito da feltrinelli, con una copertina per me disincentivante (con dei delfini, appunto - viva la fantasia). Non bisogna giudicare i libri dalla copertina ma io, dannazione, lo faccio.
Però poi una mia cara amica mi ha consigliato di leggere Kitchen, il libro d'esordio, che a lei è piaciuto tanto. Stavolta il titolo era più intrigante, e la copertina molto pop mi ha dato un'impressione di maggiore affidabilità.
Il risultato è che l'ho letto in due giorni. E mi è piaciuto un sacco.
La nostra amica Banana ha un modo particolare di scrivere - non credo sia perchè è Giapponese, credo dipenda dalla sua sensibilità - che si accorda perfettamente al mio stato d'animo, almeno a quello di questo periodo. Quindi leggere questo libro è stato rinfrescante, poetico e interessante.
Sia Kitchen che il racconto che segue parlano di chi rimane solo dopo aver conosciuto la morte, e della vita che può ancora esserci dopo. E tutte le metafore e i significati che vorrete dare a questo libro, riuscirete a darglieli, perchè è talmente poetico e talmente vero che non c'è nessuno che possa onestamente dire di non aver mai pensato qualcosa come "La separazione e la morte sono atroci. Però un amore che non sembri l'ultimo della vita, per una donna non è che un inutile passatempo.".
Boom.
Rispondete a questa, bimbe.
La mia diffidenza si è azzittita, e credo sia cominciato un amore.
Ho scoperto che c'è anche un film del 1989 basato su Kitchen, ma i primi cinque minuti del film, che ho trovato su youtube, mi hanno fatto passare la voglia di sbattermi per trovare lo streaming per vederlo: i dialoghi sono sconcertanti e la regia non rende minimamente quello che manca alle parole. Credo sia difficile trasporre in immagini un libro come Kitchen, basato molto sull'introspezione della protagonista e su alcuni gesti e situazioni poetiche descritte in maniera così personale.
Quindi, casomai, leggetevi il libro. E per invogliare chi di voi giudica i libri dalle copertine, vi lascio una citazione.




Quando vidi le ragazze che venivano a scuola a prendere lezioni di cucina, capii la ragione della mia fortuna. Il loro atteggiamento era completamente diverso dal mio. Loro vivevano nella felicità. Erano state educate, forse da genitori affettuosi, a non oltrepassare mai i limiti di quella felicità, a qualunque cosa si applicassero. Così non conoscevano veramente la gioia. Non si può scegliere tra queste forme di vita. Ognuno vive solo come sa. Felicità è anche non accorgersi che in realtà si è soli. Non è mica una cosa da disprezzare. Si mettono il grembiule, ridono giulive, imparano a cucinare, si innamorano mettendocela tutta, magari anche con qualche lacrima e ansia, e alla fine si sposano. Una vita così non mi dispiacerebbe. E' facile, è bella. Io invece, quando sono stanca di tutto, quando ho i brufoli, quando di notte avverto la solitudine e telefono a tutti gli amici e nessuno risponde, odio la mia nascita, la mia educazione, la mia stessa vita. Sono scontenta di tutto. Però quell'estate meravigliosa, in questa cucina...Dopo aver conosciuto una gioia simile, non posso tornare indietro. Voglio assolutamente continuare a sentire che un giorno morirò. Altrimenti non mi accorgo che vivo. Per questo è così la mia vita.
A volte, nel buio, mi avvicino passo passo verso l'orlo di un precipizio, ma se sbuco su una strada maestra tiro un respiro di sollievo. Anche quando penso di non farcela conosco la bellezza della luce della luna, lassù. Una luce che penetra nell'anima.

venerdì 26 ottobre 2012

Giro, vedo gente, faccio cose

La mia amica Isabella, fashion blogger - radical scìc -  ha deciso di coinvolgere anche me nella sua rubrica "giro, vedo gente, faccio cose", nella quale intervista persone che le piacciono, che la ispirano, o semplicemente amici (come nel mio caso).
Dopo avermi fatto tagliuzzare una felpa mai messa e indossare altri capi che stavano a prendere polvere nell'armadio da tempo, Isa ha scattato una tonnellata di foto e mi ha anche fatto un'intervista, manco fossi una diva del cinema francese.
Inutile dire che ci siamo divertite un sacco, e che adesso io aspetto la prossima occasione per fare foto insieme - magari un reportage culinario stavolta, chissà!
Intanto, beccatevi i miei 15 minuti di fama nella blogosfera: qui.




Usa la Tempesta

Non chiedere di avere una salute perfetta, sarebbe avidità.
Fai della sofferenza la tua medicina, e non aspettarti una strada senza ostacoli.
Senza quel fuoco la tua luce si spegnerebbe.
Usa della tempesta per liberarti

Monaco zen

mercoledì 24 ottobre 2012

TRE

Uno

In mezzo ai colori
il primo
scherzoso
allegro
senza conseguenze
in un discorso serio
sorridenti occhi imbarazzati

Due

Fuori dalla porta
il secondo
appassionato
eccitante - troppo
forse sterile
forse arido
pieno solo di sè

Tre

Leggero
inaspettato
breve
.. ..... .....
un sorriso
prima di dormire
più degli altri
scalda l'anima gelata.

Profondità, leggera profondità.
Come il lemon nella vodka, come il borghetti nel black russian.
Tango.
Tramonti.
Birre infinite.
Feste.
Spalle.
Abbracci.
Pace.
La Pace.
Un giorno, un giorno, un giorno e poi.
Fuori.

lunedì 15 ottobre 2012

Ancora lui

L’amore ti faceva male.
Il sesso era più semplice, ma dovevi sdoppiarti, non portare con te quell’altro te stesso che era docile e fragile, dolce, insicuro.
Col sesso potevi giocarci e fregartene. Col cuore no. Presto o tardi l’avresti rotto. Ma saresti cresciuto.
Saresti diventato uomo.


C. Bukowski

domenica 14 ottobre 2012

Arthur Tress

Arthur Tress è un fotografo surrealista americano. Il surrealismo in fotografia mi affascina tantissimo ultimamente, e Tress, insieme a Jerry Uelsmann, è uno dei migliori che ho scoperto fino ad ora. Tra l'onirico e l'inquietante, bellissimo bianco e nero.
Enjoy.










Ho portato fuori Mirò. Lemme lemme abbiamo fatto il giro dell'isolato e poi ci siamo seduti in cima alla scala d'ingresso. A Mirò piace guardare dall'alto le persone e i cani che passano. Anche a me piace, soprattutto le notti d'estate - è come una parata lenta e scura. Abbiamo visto un uomo e una donna, giovani - lui bello, con un completo di cotone chiaro, anche lei carina con un vestito estivo vecchio stile -, camminavano un po' staccati, lui guardava dritto davanti a sè, lei aveva le braccia sul petto come se si abbracciasse, gli occhi a terra fissi sulle dita dei piedi che spuntavano dai sandali. Tutti e due tenevano a freno lo stesso sorriso esultante e ero sicuro che il loro era un amore appena nato. Magari si erano innamorati cenando nel giardino di un ristorante o a un tavolino su un marciapiede, magari non si erano ancora dati il primo bacio e camminavano un po' staccati perchè pensavano di avere tutta la vita davanti per camminare vicino, per toccarsi, e volevano gustare quel momento prima di toccarsi il più a lungo possibile, e sono passati senza accorgersi di me e Mirò. Ma qualcosa di loro mi ha intristito. La scena era troppo bella: la notte d'estate, i sandali, i visi rapiti da quella gioia repressa. Mi pareva di essere stato testimone del loro momento più felice, del culmine che senza saperlo si stavano già lasciando alle spalle.



Love in Oslo - by Carlot-


martedì 2 ottobre 2012

Soggetti sparsi slegati aggettivati arrabbiati artisticamente

Solito solido silenzio notturno negato nascosto
Ego emozionato erotico represso ristretto respinto
Ferita furiosa finita voglia volontà voluttà
Lontano limitato livore ricordi rimasti rimorsi
Schemi sciupati sconnessi ripetuti ripetersi risentiti

Se io volessi
Se io non volessi
Se tu volessi
Se tu non volessi

Bravura bontà bellezza inutile inutilizzata insulsa
Sensibilità sorrisi sesso innati insufficienti insipidi
Rispetto respiro riposo pacifico passato potente
Pace polso pilastro abbracciato allucinato abbandonato

Se io non volessi
Tu vorresti

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Di
Unilateralità