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lunedì 23 aprile 2012

Il tempo di morire

"Soffro terribilmente. Questi momenti di passaggio, questi cambiamenti, queste epoche che si chiudono quando meno te lo aspetti..."
"Bè, è un ciclo infinito, sai. Niente è per sempre. I diamanti forse, ma quella è un'altra storia."
"Non mi prendi sul serio."
"Ti ascolto, ti ascolto. Ma la tua sofferenza non è diversa dalla mia o da quella di ogni altro dannato essere umano sulla faccia della Terra. Lamentarsi non cambia questo fatto. E di certo non ti fa stare meglio. O sbaglio?"
"Io non mi lamento."
"Mhm."

Uno. Due. Tre.

"D'accordo, magari mi lamento. Ma uno che deve fare, scusa? Se non ne parlo con qualcuno esplodo! Sono una bomba innescata! Una  bomba al napalm!"
"Oh, drammatico."
"Sul serio, è come se ci fosse un conto alla rovescia in corso. Forse è per questo che sono così in ansia. Sta per succedere qualcosa. Deve succedere qualcosa. Questa stasi mi uccide."
"Ma ti senti quando parli?"
"Mh?"
"Sembri.....ah, non importa."

Uno. Due. Tre. Quattro.

"Comunque mi dà fastido l'attesa, ecco tutto. Veder succedere il cambiamento in modo inarrestabile ma lentissimo, mi uccide. Vorrei che fosse già tutto finito, vorrei saltare al finale per sapere cosa succederà."
"Ci vuole il tempo che ci vuole."
"Che razza di risposta è?"
"Non saprei. La tua che razza di domanda è?"

Uno. Due Tre. Quattro. Cinque.

"Bello questo."
"Sì."
"Ti sei allenato senza di me?"
"Dici in questi dieci anni? Mai una volta."
"Allora migliori con l'età. Fammi provare."

Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. Sei. Sette.

"Sono sempre il migliore."
"Non cominciamo."

Uno. Due. Tre.

"Visto?"
"Mhm."
"Comunque è così, la vita mi sta cambiando sotto il culo, e non c'è niente che io possa fare."
"No, non è vero. La scelta ce l'hai. Puoi decidere di entrare nel cambiamento scalciando e urlando e lamentandoti, oppure puoi scegliere di avere voce in capitolo, e di metterci del tuo."
"Mmh, la scelta, dici. "
"Sì, la scelta. S'invecchia, mio caro, ma si può sempre scegliere come."
"Non è quello il punto."
"Ah, no? E allora qual'è?"

Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. Sei.

"Non lo so, ma non è quello il punto."
"Bella risposta."
"L'età è una questione di numeri, è lo spirito che conta."
"E quindi?"
"Quindi non è perchè sono vecchio, casomai è perchè penso di esserlo."
"Di sicuro ti lamenti come un vecchio."
"Non predermi in giro. E' un discorso serio. Come si fa ad assecondare il cambiamento e vivere serenamente le nuove fasi? Soprattutto se la fase precedente ti andava benissimo."
"Non lo so come si fa. Immagino che innanzi tutto lamentarsi e crogiolarsi nell'indolenza non serva a nulla. Cerca un po' di entusiasmo, per dio. Il nuovo non sempre è malvagio. Mica sei morto."

Dodici.

"Mi inchino alla maestria."
"Va bene, non sono morto. Giusto. Ma allora? Se ho terra bruciata attorno, se mancano gli stimoli, se mancano i compagni di viaggio... Se i tempi migliori sono finiti, tanto vale essere morti."
"Non attaccare con la solfa dei tempi migliori, cazzo. Piantala di lagnarti e goditi quello che hai. Il sole sulla pelle, la primavera o l'inverno. Il lavoro o l'ozio. Il cibo. L'amore, nelle sue varie forme. Le emozioni sono cose che restano. Sono le cose importanti, che trovi anche dove meno te lo aspetti. Anche quando soffri, anche quando tutto ti cambia sotto il culo e le persone se ne vanno per la loro strada. Il cambiamento è la vita, non c'è niente che tu possa fare per contrastarlo. Sarebbe stupido, per di più. E' nel cambiamento che impariamo. E' nel cambiamento che conosciamo noi stessi, ciò di cui siamo capaci. A volte bisogna accettare di morire per rinascere, far morire un sè stesso per farne nascere un altro. Bisogna distruggere alle fondamenta per ricostruire."
"Quindi devo morire."
"Devi morire."

Uno. Due. Tre.

"Hai sempre fatto schifo a questo gioco."
"Sono questi sassi: non sono abbastanza piatti, non rimbalzano come si deve sull'acqua."
"Certo, certo."

Otto.

"Sono i sassi, certo."

Uno. Due. Tre.

"Andiamo a casa, vecchio."


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