Ho portato fuori Mirò. Lemme lemme abbiamo fatto il giro dell'isolato e
poi ci siamo seduti in cima alla scala d'ingresso. A Mirò piace guardare
dall'alto le persone e i cani che passano. Anche a me piace,
soprattutto le notti d'estate - è come una parata lenta e scura. Abbiamo
visto un uomo e una donna, giovani - lui bello, con un completo di
cotone chiaro, anche lei carina con un vestito estivo vecchio stile -,
camminavano un po' staccati, lui guardava dritto davanti a sè, lei aveva
le braccia sul petto come se si abbracciasse, gli occhi a terra fissi
sulle dita dei piedi che spuntavano dai sandali. Tutti e due tenevano a
freno lo stesso sorriso esultante e ero sicuro che il loro era un amore
appena nato. Magari si erano innamorati cenando nel giardino di un
ristorante o a un tavolino su un marciapiede, magari non si erano ancora
dati il primo bacio e camminavano un po' staccati perchè pensavano di
avere tutta la vita davanti per camminare vicino, per toccarsi, e
volevano gustare quel momento prima di toccarsi il più a lungo
possibile, e sono passati senza accorgersi di me e Mirò. Ma qualcosa di
loro mi ha intristito. La scena era troppo bella: la notte d'estate, i
sandali, i visi rapiti da quella gioia repressa. Mi pareva di essere
stato testimone del loro momento più felice, del culmine che senza
saperlo si stavano già lasciando alle spalle.
Love in Oslo - by Carlot- |
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