Andare a esplorare i luoghi dove ancora c'è la fede, dove
credono che tutto sia possibile, dove la fame e la sete non tolgono il
sorriso a nessuno, dove la gente tiene viva la magia.
C'è anche qui, sotto il nostro naso, la magia, ma è così difficile trovarla.
Vorrei
fare un viaggio alla riscoperta della fede - non religiosa, ma la Fede
universale, quella del cuore, quella della poesia, dell'energia. Ne
avrei un bisogno assoluto.
Ma non credo di essere pronta ancora, per tutto ciò che comporta.
Intanto preparo il terreno dentro di me. Se mi riesce.
Ieri
ho parlato con un ragazzo Nepalese.
Gli ho detto che mi dispiaceva
tanto per il disastro che è successo nel suo paese.
Lui mi ha sorriso,
ha sospirato e ha detto: "Che dobbiamo fare, è la Natura. Possiamo solo
pregare.".
E tutti zitti.
Si oscilla come giorni e notti, come vento e bonaccia, come beatitudine e fame terrena. Tutti i giorni, tutti i giorni, tutti i giorni fino alla fine del mondo.
(...) Pilon marciava dunque felice, la prora puntata sulla casa di
Danny. Andava, non troppo svelto, ma fermo, nella giusta direzione.
Sotto ogni braccio portava un sacco di carta, e in ogni sacco c'era una
fiasca d'un gallone di vino. Imbruniva, era l'ora dolce in cui la
sonnolenza del giorno è già finita, e la sera di piacevole conversazione
non è cominciata ancora. I pini si alzavano neri contro il cielo e
ogni cosa appariva oscurata sulla terra; ma l'aere spplendeva di mesto
splemdore come la memoria. I gabbiani volavano di ritorno ai loro nidi
sulle scogliere dopo la visista quotidiana agli stabilimenti di pesce in
scatola pei quali è ricca Monterey. Pilon amava la bellezza. Levò
la faccia al cielo, e l'anima gli uscì dal petto a perdersi nella luce
del sole appena tramontato. Il non troppo perfetto Pilon, pasticcione,
beone, attaccabrighe e bestemmiatore, continuava lentamente il suo
cammino su per il colle ma un altro Pilon, spirituale, e alato, andò coi
gabbiani e si inebriò di spazio. Bello era questo Pilon, senza macchia
di egoismo e avidità nei suoi pensieri. Vale la pena di conoscere come
pensava. "Ecco" pensava "c'è il Padre Nostro nella sera. Gli uccelli
volano attraverso la fronte sua. Ah, cari uccelli, gabbiani, come vi
amo! Le vostre ali lente mi toccano il cuore come la mano di un
padrone affettuoso tocca la pancia del cane addormentato, come la mano
di Cristo tocca il capo ai bambini. Volate cari uccelli e portate il mio
cuore a Nostra Donna dei Sette Dolori." Disse allora le parole piu tenere che conosceva: "Ave Maria, Gratia plena..." Il
piede di Pilon imperfetto si era , qui, fermato. Ma in verità il Pilon
imperfetto aveva cessato diesistere per il momento. (Prendi nota, angelo
registratore!) Non esisteva anima più pura dell'anima di Pilon in quel
momento. Il malvagio mastino di Galvez si avvicinò alle gambe di Pilon,
ma si limitò ad annusarle, se ne andò senza morderle. Un'anima
purificata, e insomma salvata di fresco, è indubbiamente un'anima in
pericolo più di ogni altra, poichè tutto al mondo cospira contro di lei.
Dice Sant'Agostino: "Anche la paglia sotto le mie ginocchia grida per distrarmi dalla preghiera." L'anima
di PIlon non aveva modo di difendersi dai propri ricordi. Guardando gli
uccelli egli si ricordò che la signora Pastano metteva alle volte anche
uccelli di mare nei suoi tamales, e a questo ricordo si destò fame in
lui, e la fame disolse a precipizio la sua anima dal cielo. Pilon
ricominciò a camminare e di nuovo fu un misto di bene e male, e il
malvagio mastino di Galvez attaccò a ringhiare, rimpiangendo di essersi
lasciato scappare una così magnifica occasione di mordere le gambe a
Pilon.
John Steinbeck, Pian della Tortilla
Forse torno a scivere qualcosa, forse no. Tutti i giorni si cambia idea.
Mesi di assenza. Mesi pieni di cose, di Amore, di studio, di viaggi, di scoperte. Oggi ho le lacrime agli occhi. Ho ancora le lacrime agli occhi per questa poesia, e per ieri. E per questa canzone. Insomma, perchè sì. Humor me.
Un Giorno
A te, amore, questo giorno lo consacro a te. Nacque azzurro, con un’ala bianca in mezzo al cielo. Giunse la luce all’immobilità dei cipressi. Esseri minuscoli sbucarono sull’orlo di una foglia o sulla chiazza del sole su una pietra. E il giorno rimarrà azzurro finché entrerà la notte come un fiume e farà tremare l’ombra con le sue acque azzurre. A te, amore, questo giorno.
Non appena, da lontano, dal sogno, l’ho presagito e non appena mi ha sfiorato il suo tessuto di rete incalcolabile ho pensato: è per lei. Fu un battito d’argento, fu un pesce azzurro che volava sul mare, fu un contatto di sabbie abbaglianti, fu il volo d’una freccia che tra il cielo e la terra attraversò il mio sangue e come un raggio accolsi nel mio corpo lo straripante splendore del giorno. E’ per te, amore mio.
Io dissi: è per lei. Questa veste è sua. Il lampo azzurro che si fermò sull’acqua e sulla terra lo consacro a te.
A te, amore, questo giorno.
Come una coppa elettrica o una corolla d’acqua tremante, alzalo nelle tue mani, bevilo con gli occhi e con la bocca, riversalo nelle tue vene perché arda la stessa luce nel tuo sangue e nel mio.
Io ti do questo giorno con tutto quel che potrà portare: le uve trasparenti di zaffiro e la ventata rotta che porta alla tua finestra le sofferenze del mondo. Io ti do tutto il giorno. Con lo splendore e la sofferenza faremo il pane della nostra vita, senza rifiutare quanto porterà il vento e non coglieremo solo la luce del cielo ma anche le aspre cifre dell’ombra sulla terra.
Tutto ti appartiene. Tutto questo giorno con il suo grappolo azzurro e la lacrima segreta di sangue che tu troverai sulla terra.
E non ti accecherà il buio né la luce abbagliante: di questo intrigo umano sono fatte le vite e di questo pane dell’uomo mangeremo.
E il nostro amore fatto di luce oscura e d’ombra raggiante sarà come questo giorno vincitore che entrerà come un fiume di splendore nel cuore della notte.
Prendi questo giorno, amata. Tutto questo giorno è tuo.
Lo do ai tuoi occhi, amore mio, lo do al tuo petto; te lo lascio tra le mani e tra i capelli, come un ramo celeste. Te lo do perché ti faccia una veste d’argento azzurro e d’acqua. Quando arriverà la notte che questo giorno inonderà con la sua sete tremante, stenditi accanto a me, toccami e coprimi con tutti i tessuti stellati della luce e dell’ombra e chiudi i tuoi occhi allora perché io possa addormentarmi.
... I suoi pianti mi bruciarono le guance e il suo cuore
si mosse nel mio. Erano questi i boschi, il fiume e il mare
Dove un ragazzo
Nell'ascoltante Estate dei morti sussurrò la verità della sua gioia Agli alberi, alle pietre e ai pesci della marea. E il Mistero Cantò Ancora vivo nell'acqua e negli uccelli canterini.
Lonely cliffs and waterfalls
If no one sees me, i'm not here at all
You could be the one to liberate me From the sun
So please, give the moon to me
I'd be indebted to ya
Walk the dog and pay rent to ya
If you say the word, I'm yours
Oh sure...
Nothing ever goes my way
But with you here, that all will change
Suddenly I'm a new born child
And I'm ready to live a while with you
So much left to do
And so I thank you dearly
For letting me see clearly
Open up, she said
You're true, be you
I'm at home in my own skin
I'm like an ocean's tide come in
Yes you could be the one to hold my hand
beneath the full moon
You could be the one
You're true, you're true
You're true, you're true
You're true...
lunedì 28 gennaio 2013
Viene E' arrivato. Come viene poi va. Va Quano viene lo accogliamo. Viene Quando se ne va non lo inseguiamo. Va E' il momento di guardare Viene andar via. Un gomitolo di paure Va e sentimenti. Il capo ce l'hai tu Viene Puoi sciogliermi se vuoi. Posso Va sciogliermi se voglio. Posso. Voglio. Viene L'ho già fatto. I nodi sono al Va pettine e sono strappati dal vento. Viene Soffia sul mio viso, mi accarezza Va la pelle - assorbire le tue mani Viene sulla mia schiena - io voglio.