Brucia all'inferno
questa parte di me che non si trova bene in nessun posto
mentre le altre persone trovano
cose da fare
nel tempo che hanno
posti dove andare
insieme
cose da dirsi.
Io sto bruciando all'inferno
da qualche parte nel nord del Messico.
Qui i fiori non crescono.
Non sono come gli altri
gli altri sono come gli altri.
Si assomigliano tutti:
si riuniscono
si ritrovano
si accalcano
sono allegri e soddisfatti
e io sto bruciando all'inferno.
Il mio cuore ha mille anni.
Non sono come gli altri.
Morirei nei loro prati da picnic
soffocato dalle loro bandiere
indebolito dalle loro canzoni
non amato dai loro soldati
trafitto dal loro umorismo
assassinato dalle loro preoccupazioni.
Non sono come gli altri.
Io sto bruciando all'inferno.
L'inferno di me stesso.
Charles Bukowski
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domenica 29 aprile 2012
mercoledì 25 aprile 2012
La Liberazione è un Esercizio Quotidiano
Buon 25 Aprile a tutti.
La Liberazione è un esercizio quotidiano, la Resistenza è nelle cose di ogni giorno.
Ascoltatevi questa canzone, insieme a tante altre (L'ora del Fucile, le canzoni di Pino Masi, La ballata del Pinelli, Festa d'Aprile..) tutte quelle canzoni sopravvissute alla "depurazione" post '68. Sono la memoria storica di un Paese che non deve e non può dimenticare cosa è stato il Fascismo e cosa sta continuando ad essere.
DI NUOVO COME UN TEMPO
SOPRA L'ITALIA INTERA
FISCHIA IL VENTO E URLA LA BUFERA.
Compagno cittadino fratello partigiano teniamoci per mano in questi giorni tristi Di nuovo a reggio Emilia di nuovo la` in Sicilia son morti dei compagni per mano dei fascisti Di nuovo come un tempo sopra l'Italia intera Fischia il vento infuria la bufera A diciannove anni e` morto Ovidio Franchi per quelli che son stanchi o sono ancora incerti Lauro Farioli e` morto per riparare al torto di chi si è gia` scordato di Duccio Galimberti Son morti sui vent'anni per il nostro domani Son morti come vecchi partigiani Marino Serri e` morto e` morto Afro Tondelli ma gli occhi dei fratelli si son tenuti asciutti Compagni sia ben chiaro che questo sangue amaro versato a Reggio Emilia e` sangue di noi tutti Sangue del nostro sangue nervi dei nostri nervi Come fu quello dei Fratelli Cervi Il solo vero amico che abbiamo al fianco adesso e` sempre quello stesso che fu con noi in montagna Ed il nemico attuale e` sempre ancora eguale a quel che combattemmo sui nostri monti e in Spagna Uguale la canzone che abbiamo da cantare Scarpe rotte eppur bisogna andare Compagno Ovidio Franchi, compagno Afro Tondelli e voi Marino Serri, Reverberi e Farioli Dovremo tutti quanti aver d'ora in avanti voialtri al nostro fianco per non sentirci soli Morti di Reggio Emilia uscite dalla fossa fuori a cantar con noi Bandiera Rossa!
lunedì 23 aprile 2012
Il tempo di morire
"Soffro terribilmente. Questi momenti di passaggio, questi cambiamenti, queste epoche che si chiudono quando meno te lo aspetti..."
"Bè, è un ciclo infinito, sai. Niente è per sempre. I diamanti forse, ma quella è un'altra storia."
"Non mi prendi sul serio."
"Ti ascolto, ti ascolto. Ma la tua sofferenza non è diversa dalla mia o da quella di ogni altro dannato essere umano sulla faccia della Terra. Lamentarsi non cambia questo fatto. E di certo non ti fa stare meglio. O sbaglio?"
"Io non mi lamento."
"Mhm."
Uno. Due. Tre.
"D'accordo, magari mi lamento. Ma uno che deve fare, scusa? Se non ne parlo con qualcuno esplodo! Sono una bomba innescata! Una bomba al napalm!"
"Oh, drammatico."
"Sul serio, è come se ci fosse un conto alla rovescia in corso. Forse è per questo che sono così in ansia. Sta per succedere qualcosa. Deve succedere qualcosa. Questa stasi mi uccide."
"Ma ti senti quando parli?"
"Mh?"
"Sembri.....ah, non importa."
Uno. Due. Tre. Quattro.
"Comunque mi dà fastido l'attesa, ecco tutto. Veder succedere il cambiamento in modo inarrestabile ma lentissimo, mi uccide. Vorrei che fosse già tutto finito, vorrei saltare al finale per sapere cosa succederà."
"Ci vuole il tempo che ci vuole."
"Che razza di risposta è?"
"Non saprei. La tua che razza di domanda è?"
Uno. Due Tre. Quattro. Cinque.
"Bello questo."
"Sì."
"Ti sei allenato senza di me?"
"Dici in questi dieci anni? Mai una volta."
"Allora migliori con l'età. Fammi provare."
Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. Sei. Sette.
"Sono sempre il migliore."
"Non cominciamo."
Uno. Due. Tre.
"Visto?"
"Mhm."
"Comunque è così, la vita mi sta cambiando sotto il culo, e non c'è niente che io possa fare."
"No, non è vero. La scelta ce l'hai. Puoi decidere di entrare nel cambiamento scalciando e urlando e lamentandoti, oppure puoi scegliere di avere voce in capitolo, e di metterci del tuo."
"Mmh, la scelta, dici. "
"Sì, la scelta. S'invecchia, mio caro, ma si può sempre scegliere come."
"Non è quello il punto."
"Ah, no? E allora qual'è?"
Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. Sei.
"Non lo so, ma non è quello il punto."
"Bella risposta."
"L'età è una questione di numeri, è lo spirito che conta."
"E quindi?"
"Quindi non è perchè sono vecchio, casomai è perchè penso di esserlo."
"Di sicuro ti lamenti come un vecchio."
"Non predermi in giro. E' un discorso serio. Come si fa ad assecondare il cambiamento e vivere serenamente le nuove fasi? Soprattutto se la fase precedente ti andava benissimo."
"Non lo so come si fa. Immagino che innanzi tutto lamentarsi e crogiolarsi nell'indolenza non serva a nulla. Cerca un po' di entusiasmo, per dio. Il nuovo non sempre è malvagio. Mica sei morto."
Dodici.
"Mi inchino alla maestria."
"Va bene, non sono morto. Giusto. Ma allora? Se ho terra bruciata attorno, se mancano gli stimoli, se mancano i compagni di viaggio... Se i tempi migliori sono finiti, tanto vale essere morti."
"Non attaccare con la solfa dei tempi migliori, cazzo. Piantala di lagnarti e goditi quello che hai. Il sole sulla pelle, la primavera o l'inverno. Il lavoro o l'ozio. Il cibo. L'amore, nelle sue varie forme. Le emozioni sono cose che restano. Sono le cose importanti, che trovi anche dove meno te lo aspetti. Anche quando soffri, anche quando tutto ti cambia sotto il culo e le persone se ne vanno per la loro strada. Il cambiamento è la vita, non c'è niente che tu possa fare per contrastarlo. Sarebbe stupido, per di più. E' nel cambiamento che impariamo. E' nel cambiamento che conosciamo noi stessi, ciò di cui siamo capaci. A volte bisogna accettare di morire per rinascere, far morire un sè stesso per farne nascere un altro. Bisogna distruggere alle fondamenta per ricostruire."
"Quindi devo morire."
"Devi morire."
Uno. Due. Tre.
"Hai sempre fatto schifo a questo gioco."
"Sono questi sassi: non sono abbastanza piatti, non rimbalzano come si deve sull'acqua."
"Certo, certo."
Otto.
"Sono i sassi, certo."
Uno. Due. Tre.
"Andiamo a casa, vecchio."
"Bè, è un ciclo infinito, sai. Niente è per sempre. I diamanti forse, ma quella è un'altra storia."
"Non mi prendi sul serio."
"Ti ascolto, ti ascolto. Ma la tua sofferenza non è diversa dalla mia o da quella di ogni altro dannato essere umano sulla faccia della Terra. Lamentarsi non cambia questo fatto. E di certo non ti fa stare meglio. O sbaglio?"
"Io non mi lamento."
"Mhm."
Uno. Due. Tre.
"D'accordo, magari mi lamento. Ma uno che deve fare, scusa? Se non ne parlo con qualcuno esplodo! Sono una bomba innescata! Una bomba al napalm!"
"Oh, drammatico."
"Sul serio, è come se ci fosse un conto alla rovescia in corso. Forse è per questo che sono così in ansia. Sta per succedere qualcosa. Deve succedere qualcosa. Questa stasi mi uccide."
"Ma ti senti quando parli?"
"Mh?"
"Sembri.....ah, non importa."
Uno. Due. Tre. Quattro.
"Comunque mi dà fastido l'attesa, ecco tutto. Veder succedere il cambiamento in modo inarrestabile ma lentissimo, mi uccide. Vorrei che fosse già tutto finito, vorrei saltare al finale per sapere cosa succederà."

"Che razza di risposta è?"
"Non saprei. La tua che razza di domanda è?"
Uno. Due Tre. Quattro. Cinque.
"Bello questo."
"Sì."
"Ti sei allenato senza di me?"
"Dici in questi dieci anni? Mai una volta."
"Allora migliori con l'età. Fammi provare."
Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. Sei. Sette.
"Sono sempre il migliore."
"Non cominciamo."
Uno. Due. Tre.
"Visto?"
"Mhm."
"Comunque è così, la vita mi sta cambiando sotto il culo, e non c'è niente che io possa fare."
"No, non è vero. La scelta ce l'hai. Puoi decidere di entrare nel cambiamento scalciando e urlando e lamentandoti, oppure puoi scegliere di avere voce in capitolo, e di metterci del tuo."
"Mmh, la scelta, dici. "
"Sì, la scelta. S'invecchia, mio caro, ma si può sempre scegliere come."
"Non è quello il punto."
"Ah, no? E allora qual'è?"
Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. Sei.
"Non lo so, ma non è quello il punto."
"Bella risposta."
"L'età è una questione di numeri, è lo spirito che conta."
"E quindi?"
"Quindi non è perchè sono vecchio, casomai è perchè penso di esserlo."
"Di sicuro ti lamenti come un vecchio."
"Non predermi in giro. E' un discorso serio. Come si fa ad assecondare il cambiamento e vivere serenamente le nuove fasi? Soprattutto se la fase precedente ti andava benissimo."
"Non lo so come si fa. Immagino che innanzi tutto lamentarsi e crogiolarsi nell'indolenza non serva a nulla. Cerca un po' di entusiasmo, per dio. Il nuovo non sempre è malvagio. Mica sei morto."
Dodici.
"Mi inchino alla maestria."
"Va bene, non sono morto. Giusto. Ma allora? Se ho terra bruciata attorno, se mancano gli stimoli, se mancano i compagni di viaggio... Se i tempi migliori sono finiti, tanto vale essere morti."
"Non attaccare con la solfa dei tempi migliori, cazzo. Piantala di lagnarti e goditi quello che hai. Il sole sulla pelle, la primavera o l'inverno. Il lavoro o l'ozio. Il cibo. L'amore, nelle sue varie forme. Le emozioni sono cose che restano. Sono le cose importanti, che trovi anche dove meno te lo aspetti. Anche quando soffri, anche quando tutto ti cambia sotto il culo e le persone se ne vanno per la loro strada. Il cambiamento è la vita, non c'è niente che tu possa fare per contrastarlo. Sarebbe stupido, per di più. E' nel cambiamento che impariamo. E' nel cambiamento che conosciamo noi stessi, ciò di cui siamo capaci. A volte bisogna accettare di morire per rinascere, far morire un sè stesso per farne nascere un altro. Bisogna distruggere alle fondamenta per ricostruire."
"Quindi devo morire."
"Devi morire."
Uno. Due. Tre.
"Hai sempre fatto schifo a questo gioco."
"Sono questi sassi: non sono abbastanza piatti, non rimbalzano come si deve sull'acqua."
"Certo, certo."
Otto.
"Sono i sassi, certo."
Uno. Due. Tre.
"Andiamo a casa, vecchio."
martedì 17 aprile 2012
Working on
Restare o andarsene?
Parlare o tacere?
Tentare o rinunciare?
Rischiare o temere?
Signorina, lei che gira con quegl'occhi è proprio una spudorata.
Signore, lei che offre il suo sorriso più sincero agli sciacalli di questo mondo è proprio uno sprovveduto.
Le sorride.
Out here the nights are long, the days are lonely
I think of you and I'm working on a dream
I'm working on a dream
Now the cards I've drawn's a rough hand, darling
I straighten the back and I'm working on a dream
I'm working on a dream
Come on!
I'm working on a dream
Though sometimes it feels so far away
I'm working on a dream
And I know it will be mine someday
Rain pourin' down, I swing my hammer
My hands are rough from working on a dream
I'm working on a dream
Let's go!
I'm working on a dream
Though trouble can feel like it's here to stay
I'm working on a dream
Well our love will chase trouble away
Alright!
[whistling interlude]
That's professional whistling right there!
I'm working on a dream
Though it can feel so far away
I'm working on a dream
Our love will make it real someday
The sun rise up, I climb the ladder
The new day breaks and I'm working on a dream
I'm working on a dream
I'm working on a dream
I'm working on a dream
Hey!
I'm working on a dream
Though it can feel so far away
I'm working on a dream
Our love will make it real someday
I'm working on a dream
Though it can feel so far away
I'm working on a dream
And our love will make it real someday
domenica 15 aprile 2012
Qualcuno con cui correre
Qualcuno con cui correre.
Un fratello con cui dormire.
Qualcuno che ti cinga le spalle quando tutto si sgretola e ti senti cadere nel vuoto.
Qualcuno che sappia accoglierti senza cambiarti e a volte anche senza capirti.
Puoi chiamarlo snobismo. La verità è che si tratta solo di meschinità. Cosa credi? Che voglia stare sola? Ma sono fatta così, non riesco ad avvicinarmi veramente a nessuno. È un dato di fatto. È come se mi mancasse quella parte d'anima che si incastra negli altri, come nel Lego. Che ci unisce veramente a qualcun altro. Alla fine tutto cade a pezzi. Famiglia, amici. Non resta più niente.
Un fratello con cui dormire.
Qualcuno che ti cinga le spalle quando tutto si sgretola e ti senti cadere nel vuoto.
Qualcuno che sappia accoglierti senza cambiarti e a volte anche senza capirti.
Puoi chiamarlo snobismo. La verità è che si tratta solo di meschinità. Cosa credi? Che voglia stare sola? Ma sono fatta così, non riesco ad avvicinarmi veramente a nessuno. È un dato di fatto. È come se mi mancasse quella parte d'anima che si incastra negli altri, come nel Lego. Che ci unisce veramente a qualcun altro. Alla fine tutto cade a pezzi. Famiglia, amici. Non resta più niente.
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